Antropomorfizmus Filarete-Bonfini De architectura című művében

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István Dávid Lázár

Abstract

Parlando del De Architecture, di Filarete, va subito chiarito il motivo per cui, nel titolo del nostro contributo, ci sembrava opportuno indicare il nome dell'autore insieme a quello del traduttore, come se fossero co-autori dell'opera, dato che la nostra scelta pare andare contro l'usanza generale della eritica. Consideriamo, perö, una buona e nello tesso tempo logica e giustificabile spiegazione, il fatto che il trattato originariamente composto da Filarete fu, öltre che tradotto in latino, anche corretto, corredato da varie aggiunte ed ampiamente rielaborato da Bonfini. Lui, in parte proprio grazié alia lingua latina rése cosi adatto il testo filaretiano ad una maggior diffusione e un oggetto di conoscenza che potesse suscitare l'interesse di non pochi letterati. II trattato sembra oltrepassare i limiti tradizionali di un'opera teorica sull'architettura, per cui vogliamo suggerire che la sua collocazione automatica nel genere della trattatistica vera e propria sia problematica. É generalmente noto il metodo praticato gia nell'etá antica, e da Vitruvio in poi, secondo il quale gli autori di trattati d'architettura prendono il corpo umano come punto di partenza per la derivazione delle misure e delle proporzioni degli edifici. Filarete tramanda questa tradizione, considerando l'edificio come un organo vivo che nasce, cresce e s'ammala e, alia fine, muore alio stesso modo dell'uomo. Questo senso di antropomorfismo, caratteristica che la contraddistingue decisamente tra tante altre opere trattatistiche di architettura lo valutiamo come uno dei punti piü interessanti e degni di essere pienamente indagati dell'opera.

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How to Cite
Lázár, I. D. (2006). Antropomorfizmus Filarete-Bonfini De architectura című művében. Acta Historiae Litterarum Hungaricarum, 29, 171–176. Retrieved from https://iskolakultura.hu/index.php/ahlithun/article/view/22654
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